Nives Elixir. Dal manoscritto al Nettare del Sirino

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La ricerca storica

Un manoscritto del 1524, un’antica ricetta e la sintesi di una nuova. La storia interrotta che può continuare grazie al provvidenziale ritrovamento. Sembra ripercorrere la strada già precedentemente tracciata dai romanzi storici, e non solo, quella di Nives Elixir. Il topos del libro fittizio. Vecchio espediente letterario che restituisce “realtà” al romanzo che sarebbe, altrimenti, totale invenzione.

Ma quello del manoscritto ritrovato, questa volta, è tutt’altro che è un meccanismo narrativo. L’escamotage pubblicitario per accreditare fascino al prodotto. Libro o distillato che sia. Bensì l’inizio di un lungo percorso, fatto di studio e ricerca.

È un «viaggio entusiasmante», così lo definiscono i suoi protagonisti. Un viaggio che inizia nel 2012, quando Giuseppe e Milena Falabella, fondano “A Castagna Ra Critica”. La mission dell’associazione è nella ricerca storica. Il mezzo attraverso cui conseguirla: la riscoperta della cultura, dell’arte e delle tradizioni. Di tutte quelle personalità che, nei secoli, hanno segnato inequivocabilmente il borgo della Valle del Noce. Stiamo parlando di Lagonegro.

Il ricettario lucano del Cinquecento

È a questo punto che la storia di ieri incontra il mondo di oggi. Prima il ritrovamento del manoscritto, custodito nella Biblioteca nazionale di Napoli. «Un cuoco alla corte dei Carafa che non solo raccoglie numerose ricette – spiega Milena – ma ci racconta com’era la tavola del Rinascimento in Basilicata, permettendoci di conoscere le pietanze dell’epoca, i loro ingredienti, assieme alle abitudini alimentari delle famiglie nobili del Cinquecento».

Da qui una serie di iniziative che permettono di inserire quel manoscritto, forse il più antico ricettario lucano, nell’ambito di Mensale (mense storiche artistiche lucane). Un progetto dall’ampio respiro internazionale avviato nel 2011 dal Cnr-Ibam di Potenza.

Ma sarà un altro ritrovamento a spingere Giuseppe e Milena a fondare, nel 2020, la Società FraNik. Dando avvio a un percorso del tutto diverso rispetto al precedente; odontoiatra lui ed avvocato e giudice tributario lei.

L’imprenditore ottocentesco Luigi De Maio

«Continuando a svolgere ricerca storica – aggiunge Milena – ebbi modo di consultare, in occasione dell’Expo, alcuni documenti riguardanti il viaggio di Luigi De Maio. Un imprenditore lucano dell’Ottocento che, riscoprendo le proprietà delle erbe officinali del territorio, giunse alla formula del Nettare Sirino, un liquore che diventerà poi di grande fama nel Mezzogiorno. Si pensi che il successo del prodotto portò De Maio a sperimentare vari mercati, tanto da giungere, nel 1906, all’Esposizione internazionale di Milano».  

Ecco che la scoperta si fa ispirazione. Ha dunque inizio, dapprima, con l’affiancamento di erboristi, un vero e proprio censimento delle piante aromatiche del posto. Seguita da una lunga ricerca sull’antica ricetta, sui giusti dosaggi ed abbinamenti.

Dal Nettare del Sirino a Nives Elixir

«È la genziana, definita da noi lagonegresi “regina del Sirino”, la nota distintiva della formula originale, che abbiamo voluto mantenere. Essa è bilanciata dalla freschezza della menta, la dolcezza dell’anice e del finocchio e dalla particolarità dell’angelica». Il risultato è Nives Elixir, un omaggio non solo all’imprenditore ottocentesco, ma anche alla Madonna della Neve, il cui santuario domina dal 1629 gli altipiani del Sirino. «Le caratteristiche delle erbe officinali si intrecciano con la storia e la spiritualità che permea queste valli – racconta Falabella – basti pensare che gli stessi abitanti erano soliti bollire le erbe raccolte sul Monte per farne dei decotti, riconosciuti come terapeutici e guaritori».

Una formula, quella di Nives Elixir, che si fa forte del proprio carico storico e culturale, senza rinunciare alla moderna versatilità. Ne risulta un liquore che può essere degustato non solo come digestivo, ma si presta ad accompagnare aperitivi salati e dessert. «È stato recentemente utilizzato da vari chef per diverse preparazioni. Dalla bagna per tiramisù alla macerazione della carne di maiale o vitello. In ogni caso noi consigliamo di gustarlo classico, temperatura frigo, magari accompagnato da una scorzetta d’arancia o da qualche rametto di rosmarino».

Dall’ampolla d’oro ai nuovi progetti
manoscritto

La sintesi di un carattere «brusco, rude eppure profumatissimo». Un carattere a cui probabilmente deve l’ampolla d’oro 2023 assegnata da Spirito Autoctono. Prima guida nazionale rivolta a tutti i distillati, bitter e amari prodotti nella penisola, edita dal Touring Club Italiano.

«Una bella soddisfazione che ci ripaga del tanto impegno profuso in questo progetto – spiega Milena – dimostrando, ancora una volta, come lo studio e la ricerca siano elementi imprescindibili in questo lavoro, di cui l’improvvisazione è acerrima nemica»

A fianco di Nives un’antica ricetta di friselline prodotte con farina Carosella, una varietà di grano tenero di origine antichissima di cui vi abbiamo già precedentemente parlato (leggi qui l’articolo), assieme a mandorle o noci; ed un morbido torrone, frutto anch’esso del ritrovamento di un manoscritto attribuito a un pasticcere lagonegrese dell’Ottocento. E nel futuro? «Non si ferma la ricerca di disvelamento del passato – conclude Falabella – al momento sto esaminando le ricette di un antico monastero lucano, su un liquore a base di cardo. È un lavoro complicato ma estremamente appassionante. Una continua sorpresa».

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