Molino Bongermino: filiera corta e tracciabilità blockchain

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Molino Bongermino: ponte tra mondo agricolo e quello della panificazione

Molino Bongermino è un’azienda artigianale. Artigianale è il concetto attraverso il quale è possibile raccontare al meglio la strada tracciata da questa realtà nel corso degli anni.

Siamo a Laterza, in provincia di Taranto, e questa è la storia di Pasquale Carbone, agronomo lucano, e di Maria Bongermino, biologa laertina doc, figlia di uno storico panificatore del posto. «L’inaugurazione dell’impianto ex novo avviene nell’ottobre del 2012, poco più di dieci anni fa – ricorda Carbone – fin da subito il principio cardine fu quello di fare da collante tra il mondo agricolo e quello della panificazione».

Prima la specializzazione sulle semole di grano duro. Poi, l’integrazione della gamma grazie alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti. «Abbiamo voluto riservare una particolare attenzione alla selezione dei grani locali – spiega Carbone – una strada che abbiamo intenzione di continuare a percorrere per valorizzare al massimo le varietà autoctone».

La Filiera Punto Zero

Ma ciò che restituisce per intero la complessità dell’azienda Bongermino è la propensione alla tracciabilità. Una volontà resa concreta a partire dalla messa in atto del progetto Filiera Punto Zero. «Il nostro impegno è quello di garantire la massima trasparenza dell’intero processo. Permettere al consumatore finale di seguirne il percorso, grazie all’implementazione di una piattaforma di tracciabilità su Blockchain».   

In sintesi, si tratta letteralmente di una “catena di blocchi”. Tutte le informazioni sul prodotto, dalla semina al prodotto finito, vengono salvate per l’appunto su una blockchain, una speciale rete di computer che rende il dato sostanzialmente immune alla contraffazione. Le informazioni vengono poi rese accessibili, a portata di smartphone, tramite un qr code che permette al consumatore di conoscere la storia di quello che sta mangiando.

«Contrastare l’incertezza sulla provenienza e sulle trasformazioni della materia prima. Questo l’obiettivo perseguito. Selezioniamo solo i migliori grani locali, macinandoli a poca distanza dal punto della loro raccolta. Darne prova al consumatore è un dovere morale che aggiunge valore al prodotto» spiega Carbone.

Le certificazioni e le due linee di produzione

Sulla stessa linea d’onda l’ottenimento della certificazione sulla rintracciabilità di filiera, nel 2014, e la certificazione Bio due anni più tardi. «La tutela dell’ambiente influenza sempre di più le scelte di acquisto – spiega Carbone – da qui la crescente attenzione all’ecosostenibilità, e la realizzazione di una linea retail in carta riciclabile, confezionata in atmosfera protettiva per garantire una lunga shelf life del prodotto».

Due le linee proposte dal Molino Bogermino: consumer e professional. All’interno di ciascuna, farine tecniche e specifiche nelle produzioni per l’uso di pane, pasta, dolci e pizza. Quasi cinquanta referenze l’una, impossibile citarle tutte. In entrambe si distinguono, oltre alle classiche e le bio, le farine macinate a pietra e le speciali, quest’ultime ottenute dalla combinazione di cereali antichi e ingredienti ricercati. Capitolo a parte meriterebbero la pasta, sedici referenze classiche più le regionali, e un ampia quantità di legumi e zuppe.

I progetti futuri

Tra i progetti futuri? «Incrementare certamente le visite guidate al mulino. Il fine è quello di diffondere soprattutto nei giovani in età scolare una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’educazione alimentare. A ciò si aggiungono alcuni accordi che stiamo siglando con dei tour operator per viaggi dedicati, nell’ambito del settore luxury».

E per quanto riguarda l’estero? «Oggi l’azienda vanta importanti partnership a livello nazionale. La nuova strategia commerciale è incentrata sullo sviluppo della quota export. Ciò di cui siamo certi è il nostro continuo impegno nella valorizzazione dei prodotti di questa terra. Valorizzazione che continueremo a perseguire nell’ottica della sostenibilità e della trasparenza. Quella di non snaturarci è una promessa che, prima di tutto, facciamo a noi stessi». 

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