Piccantino

Come mamma l’ha fatto: tradizione piccante in boccaccio

Tempo di lettura: 2 minuti

Una piccola realtà artigianale specializzata nella lavorazione di peperoncini e ortaggi, trasformati in deliziose conserve in olio extravergine di oliva. La storia che questa settimana vi portiamo a conoscere con la rubrica Slow Food Magna Grecia Metapontum parte da Pisticci, nella parte centro meridionale della provincia di Matera, ed è quella di Roberto Lalinga e della sua startup.

Come mamma l’ha fatto, un brand, quello di Roberto, che affonda le proprie radici nella territorialità al fine di preservarne memoria e tradizione: «le antiche ricette custodiscono una storia da raccontare e diffondere, a noi piace farlo attraverso i nostri prodotti, ripartire dalla tradizione proponendo conserve dalle caratteristiche uniche, per portare sulle tavole dei consumatori quei profumi e quei sapori che il tempo non ha cambiato».

Ma, dietro Come mamma l’ha fatto, ci sono prima di tutto le mani e il saper fare di mamma Enza: «può sembrare banale a dirsi, ma l’idea è arrivata semplicemente ponendo maggiore attenzione a tutti quei prodotti che mia madre, giornalmente, metteva in tavola, tra questi, ovviamente, la conserva di peperoncini piccanti». Il resto è venuto da sé e dalla condivisione in amicizia di questi boccacci carichi di sapore: «durante una scampagnata portai con me un vasetto di conserva da far assaggiare agli amici ed ecco che quello che per me rappresentava semplicemente il quotidiano, stupì ed entusiasmò il resto della compagnia – ricorda Roberto – da quel momento nacque in me l’intenzione di sdoganare quel sapore autentico aprendomi, verso la fine del 2017, alla commercializzazione».

Parte da qui la storia del Piccantino. Ma per ottenere prodotti e conserve sane e genuine, occorrono materie prime di eccellente qualità: «È per questo motivo che i nostri fornitori sono esclusivamente gli agricoltori della zona – aggiunge Roberto – avrebbe altrimenti poco senso fare il contrario, volendo essere questo un prodotto legato a doppio filo con il territorio». Ed è proprio dal forte legame con la terra che alla conserva classica ne seguono pian piano delle altre, legando alla tradizione l’originalità di una cucina sana e genuina. Oggi in totale se ne contano sette, rispettivamente piccanti e dolci, al fine di rendere accessibile una tale squisitezza anche ai palati più sensibili: dal Piccantino ai pomodori secchi, a quello con le olive, per un vero tripudio di sapori molto apprezzato dagli amanti della tradizione, fino alla variante melanzane e zucchine, per concludere con i funghi o con l’inedita versione al tonno.

«Le difficoltà incontrate durante questa avventura sono state e sono ancora tante, partendo dal presupposto che questo era un settore del tutto nuovo per me, lavorando io da anni nel campo della grafica pubblicitaria – aggiunge Lalinga – ma ho creduto con forza in questo progetto e nell’amore che porta con sé. Il vero problema è la creazione di una vera e propria rete di vendita fino agli innumerevoli ostacoli accorsi durante il periodo pandemico, ma la volontà è quella di continuare in un’ottica di ricercatezza e sostenibilità e, perché no, un giorno, allargare il brand ad altri prodotti della tradizione».

Potrebbero piacerti anche:

Nives Elixir. Dal manoscritto al Nettare del Sirino

Milvus Brewery: born to fly. Birra, rapaci e non solo

Pomarico. Profumo d’estate nelle ricette a base di fichi

Podolico del Casone Presidio Slow Food