Cantine Cifarelli e la nuova linea Matè

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Siamo nel cuore dell’Enotria, un’area di antica concezione geografica, una volta creduta circoscritta al solo territorio calabro. Oggi si può affermare che tale zona fosse molto più ampia, estendendosi dal Pollino calabrese fino a nord, lungo la costa tirrenica campana, per poi abbracciare la parte interna ad est dall’Appennino al Vulture, e scendere di nuovo giù verso lo Jonio lucano. Il nome di questo meraviglioso territorio, famoso soprattutto per la sua enorme ricchezza di fiumi e sorgenti,  fattore quest’ultimo rivelatosi indispensabile per la nascita e lo sviluppo dei primi agglomerati umani, deriva dal greco ôinos, che vuol dire vino, proprio grazie ai floridi e numerosi vigneti situati in loco.

Questo il motivo che ancora oggi porta a considerare il vino di queste terre un vero e proprio scrigno della memoria, la memoria di una storia millenaria di cui tutti noi siamo eredi. Espressione delle nostre radici di agricoltori e della nostra appartenenza alla terra, la viticoltura è diventata man mano una attività distintiva volta alla rivendicazione della propria identità.

«Esprimere al meglio le caratteristiche dei vitigni tipici del territorio – è questa la mission che ci racconta Vito Cifarelli, la terza generazione di una famiglia che produce uva da vino tra l’incantevole paesaggio dei Sassi e la rilassante costa jonica, nel comune di Montescaglioso, fin dal 1938, quando nonno Vito impiantò le prime talee a piede franco – attualmente l’azienda consta di trentadue ettari, dal 2011, anno della nostra prima vendemmia, abbiamo deciso di sottrarre una piccola parte alla vendita e destinarla alla trasformazione, per una produzione annua che si aggira intorno alle tredicimila bottiglie».

Solo tre i vitigni impiegati a tal fine e coltivati a spalliera: Primitivo, Aglianico e Greco bianco. Ne derivano, rispettivamente, il Primitivo di San Vito, Matera DOC, un rosso intenso con riflessi granata e un aroma deciso e giustamente speziato, dal sapore armonico e persistente, ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve primitivo, maturato in serbatoi di acciaio inox e barriques di rovere francese; il Rosso di San Vito IGT dalla vinificazione in purezza di uve aglianico, dal colore rosso tendente al violaceo e da un sapore pieno e il Greco di San Vito DOC, un bianco ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve greco, dal colore paglierino chiaro e brillante e dall’inebriante aroma di frutta. A questi si aggiungono La Regola, la sintesi delle migliori uve primitivo e aglianico; un rosato da uve primitivo e il Passito di San Vito IGT, un vino bianco intenso ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve greco appassite sulla pianta.

Di ultimissima nascita il progetto Matè: Essence of Matera. «È un’idea nata durante il difficilissimo periodo del lockdown – racconta Vito – l’offerta dei nostri prodotti si rivolge quasi esclusivamente al settore horeca (termine commerciale con cui ci si riferisce ad alberghi, ristoranti e bar) i bar difatti erano gli unici a non aver chiuso completamente i battenti, e come ben si sa essi sono frequentati per la maggioranza da giovani, orientati per lo più verso la mixology, da qui la necessità di differenziare i nostri prodotti». Un nuovo brand, una nuova linea interamente dedicata alla città dei Sassi: «Dal nome al contenuto, si è voluto catturare Matera in tutta la sua essenza e racchiuderla in un’elegante bottiglia con i suoi profumi, i suoi aromi, le sue sensazioni. Matè nasce così, da un lavoro di squadra, dall’unione di più passioni, da esperienze diverse ma tutte unite da un denominatore comune, l’amore per questa meravigliosa città».

Questa la genesi del primo Pink Gin di Matera, dodici erbe botaniche sapientemente distillate per il racconto di un territorio: limone e pompelmo rosa dalla costa jonica, foglie di olivo e zafferano dell’entroterra collinare, santoreggia e salvia della murgia materana, ammorbidite con fragole del metapontino per esprimere l’essenza di Matera. E ancora il Bitter Bianco e Il Vermut «di cui vado particolarmente fiero – aggiunge Vito – essendo il primo vèrmut ottenuto da uve del Primitivo di Matera e aromatizzato con le migliori botaniche della Murgia. Ci siamo orientati su questi tre prodotti essendo la base per il cocktail italiano più famoso al mondo, il Negroni».

La necessità di differenziarsi che diviene opportunità di crescita e di valorizzazione, non solo del prodotto, ma anche e soprattutto del territorio a cui esso è indissolubilmente legato da una storia meravigliosa e millenaria.

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